Strumenti a servizio della vita, uniti dal desiderio di condividere i nostri limiti e le nostre risorse come via di aiuto e di salvezza per altri uomini.
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8 Dicembre 2013
C’è un modo di presentare la figura di Maria che scoraggia invece di animare. E’ indicata come la donna assolutamente inimitabile, esentata dal peccato originale e dalle sue drammatiche conseguenze, e questo non per merito suo, ma per singolare privilegio divino, confermata in grazia, preservata dal commettere errori, benedetta in ogni sua opera. Ci chiediamo: noi cosa abbiamo in comune con Lei?
IIIIV domenica T.O. Cristo Re
La nostra vita inizia attraverso un processo di dipendenza. Nasciamo così piccoli ed inermi, che abbisogniamo di tutto. Ci manca sempre qualcosa, auspichiamo sempre a qualcosa. Il pianto del neonato usato per segnalare la soddisfazione di bisogni, si trasforma lentamente in linguaggio, parole che traducono desideri e aspettative. Il pianto, primo codice, diventa strutturato con la voce, spesso usata per iniziare l’attività del nuovo lamento che può durare tutta la vita: “la mormorazione”. E’ il lamento crudele e spregiudicato di fronte alle continue delusioni e ingiustizie della vita. E’ il lamento di chi si sente tradito o di chi fa l’esperienza del fallimento, amareggiato dal mondo, dagli uomini e alla fine deluso da Dio stesso.
XXXII domenica T.O. 2013
Quando abbiamo commesso degli errori spesso ci siamo sentiti dire: “perché non ha riflettuto prima di agire?”. Bisogna riflettere! Ognuno di noi ha molti motivi per farlo, ma seduti a tavola in un clima di confidenza un “caro Amico” ci ha chiesto di riflettere su un argomento, una dimensione molto importante della vita. E’ l’esperienza che più ci accomuna, che tutti condividiamo senza sorta di ingiustizia o di privilegio. Allo stesso tempo ci spaventa riflettere su questa dimensione, anzi si corre il rischio di essere inopportuni quando si tratta l’argomento. Gesù a mensa ci invita a riflettere sulla morte! Sembra un argomento fuori luogo, ma è a partire dall’annuncio e dalla riflessione sulla sua morte e risurrezione che la nostra vita può cambiare.
XXX Domenica T.O. anno C 2013
La legge è uguale per tutti ma non tutti possono pagarsi dei buoni avvocati, e i giudici non sempre sono imparziali. Dio che è chiamato un giorno a dare un giudizio definitivo, assomiglia ai giudici di questo mondo?
Nell’Antico Testamento viene dato quest’ordine a colui che in Israele deve amministrare la giustizia: “Non accetterai regali, perché il regalo acceca gli occhi dei saggi e corrompe le parole dei giusti” (Dt 16,19). Disposizione saggia. Da un giudice che riceve regali non si può certo aspettarsi imparzialità, ed è facile addomesticare le sentenze. Nasce la domanda allora: Dio può essere corrotto? Può essere addomesticato, deviato nei suoi intenti dalle nostre scelte, dalle nostre offerte?