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15 Set

RICCHEZZA E PRESUNZIONE - Scheda 7

Testo di riferimento Siracide 5,1-6,4

Sir 5,1 “Non confidare nelle tue ricchezze e non dire basto a me stesso”.

Il verbo greco che troviamo in questo versetto tradotto con confidare è “epecho” che vuol dire fissarsi, rimanere fermi, stare all’erta, concentrare l’attenzione su qualcosa. Il termine descrive la predisposizione ad attivarsi solo in vista di un determinato oggetto scelto, la volontà di restare fermi su di esso concentrando energie, desideri e sforzi per raggiungerlo, averlo e tenerlo. La leonessa quando caccia fissa ogni attenzione sulla preda, i suoi sensi sono all’erta e si attivano solo al suo rumore e al suo odore, nient’altro esiste e a nient’altro si dedica finché non la cattura. Epecho è simile a questo stato, vuol dire avere un unico focus e agire verso un unico obiettivo.

 “Non fissarti sulle tue ricchezze” dice il testo, non fissarti perché quando fissi una cosa non vedi più le altre, anche se ci sono non entrano nel tuo campo visivo, non le guardi e non le noti perché non le ritieni importanti. E’ come quando scatti una foto, scegli il soggetto che riempie l’inquadratura e il resto passa in secondo piano e non ci presti molta attenzione. Come la leonessa che quando caccia si fissa sulla preda e non vede nient’altro così è per noi quando ci fissiamo su qualcosa. Non fissarti sulle tue ricchezze, che non sono solo i soldi ma anche gli averi, i beni con i privilegi e il potere che ne derivano. Non fissarti solo su quello che hai e che possiedi, non concentrare la tua attenzione e le tue energie unicamente nella ricerca di un benessere materiale e sociale perché rischi di perdere di vista e tralasciare ciò che è davvero essenziale per la vita e per la felicità. I beni che abbiamo possono essere più o meno necessari ma se guardiamo solo a questa dimensione rischiamo di non vederne altre e di pensare, ingannandoci, che non esista altro da cercare e da desiderare, che la felicità risieda solo nell’abbondanza di cibo, di beni e di privilegi. Non è così. L’uomo che si fissa sui beni e non cerca la ricchezza anche in altre vie è destinato a perdere anche quello che crede di avere. Non può esserci una vera abbondanza fuori se prima non ci si arricchisce dentro. Non può esserci felicità fuori se prima non è preparata e cercata anche dentro il nostro cuore.

“Non dire basto a me stesso”: la parola greca che troviamo in questo versetto è “autarkès” che descrive lo stato della mente soddisfatta e appagata che, avendo raggiunto ciò che desiderava, non ha più bisogno di niente e decide che è sufficiente, ne ha abbastanza. Assume anche il significato di autosufficienza riferito ad un paese che basta a se stesso e che si sostiene senza ricorrere alle importazioni. L’uomo diventa autarchico quando decide di non aver bisogno di niente al di fuori di quello che può fare e avere da solo e decide che non gli serve nessun aiuto e nessun sostegno. Pertanto basa il suo agire solo sulle sue forze, su quello che può ottenere attraverso i suoi averi e la propria personale potenza. In questo tempo l’uomo è sempre più tentato a compiere il viaggio della vita basandosi solo sulle proprie risorse, ed è sempre più spinto specialmente di fronte all’ingiustizia, ad usare solo la propria forza, la propria ricchezza e il proprio personale potere per sistemare quello che non va e lo fa perché pensa che Dio non abbia potere sulla terra. E’ un grande inganno. La forza umana, se non è umilmente deposta ai piedi del Signore, a Lui collegata e da Lui direzionata genera solo guerra e violenza, la forza umana a servizio del potere umano genera gli eserciti. La ricchezza umana se non è protesa a riconoscere che tutto quello che abbiamo non è nostro ma ci è dato, produce solo fame e sfruttamento.

Non dire basto a me stesso e non basarti solo sulle  tue ricchezze e  sulle tue forze. L’uomo è una creatura e in quanto tale ha bisogno di guida e direzione, ha bisogno di appartenere a qualcosa di più grande di se stesso.