E’ un atteggiamento che si incontra frequentemente oggi, soprattutto nelle generazioni più giovani. Di fronte all’indolenza spesso si forza e si usa il dovere come strumento per spronare, assai più importante sarebbe capire perché una persona non manifesta interesse per nulla.
Secondo il testo, il pigro è colui che ha bisogno di qualcosa in più, il termine usato infatti è prosdeomai, desiderare oltre, volere di più. Il pigro è colui che sta cercando qualcosa di più bello, di più accattivante, di più soddisfacente perché quello che vede e vive non gli basta, non lo riempie, non lo rende felice. In natura la pigrizia non esiste, un bambino non è pigro sta solo aspettando qualcosa in più, qualcosa che riesca ad appassionarlo e a coinvolgerlo, non riesce ad adattarsi a ciò che gli viene offerto, al modo di vivere che gli viene proposto e spesso imposto. Se si indaga, ciò che viene offerto ai ragazzi e ai bambini a volte è davvero poco entusiasmante, poco bello, intriso di dovere e costrizione e la pigrizia che incontriamo in tanti adolescenti è un occasione a cercare e proporre abitudini più belle, più faticose ma più libere, più sane, più interessanti e appassionanti. Il pigro non guarisce a forza di rimproveri, ma appena subentra qualcosa che piace, la gioia, il gusto per un progetto, allora la pigrizia non esiste più e anche le persone più svogliate rivelano di possedere grande energia e determinazione.
E’ inutile e dannoso, pretendere che un ragazzo pigro riesca da solo a mettersi in testa di cambiare. Il pigro infatti è mancante di forza, perché quello che vive non lo ricarica e quindi non ha spinta né energia per cercare da solo qualcosa che lo appassioni. Viene descritto come bisognoso di aiuto e supporto ma non si tratta di spendere tante parole né di sostituirsi a lui nella ricerca. Significa invece mostrare qualcosa di più bello, educare ad abitudini più felici e più rispettose dei desideri dell’uomo, cercare strade diverse quando i metodi che usiamo non funzionano e ci fanno raccogliere solo fatica e delusione.
La bellezza e la gioia attirano il nostro cuore, sono le vere spinte verso il cambiamento, incontrare una persona felice incuriosisce, ci spinge a cercare a nostra volta. Dio guarda con benevolenza il pigro e lo eleva. Di fronte all’umanità spenta di ogni vitalità, pigra, abituata ad una vita arida Dio non alza la voce, non spezza la canna già incrinata, ma fissa lo sguardo su di noi, uno sguardo infinitamente e totalmente amante, che accarezza e avvolge con grazia i Suoi figli. Basta quello sguardo così colmo d’amore e gioia per elevare, ispirare nuove vite, dare forza e vigore per il cammino, basta un istante, quello sguardo e una parola sola: Seguimi.