“Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino” (Is 60,6). Il profeta Isaia, ci suggerisce una direzione, un desiderio in questo tempo. E’ il mondo della preghiera. Preghiera non come una ripetizione sterile di parole, ma come luogo privilegiato di incontro con la parte più intima di noi stessi. Un invito a scoprire la gioia di stare con il Signore e di invocarlo. Proviamo a immergerci in questo spazio.
La giornata ce la dà il Signore. Tutta quella luminosa come quella oscura, il giorno e la notte. E’ un dono vivere e avere la luce. Occorre santificare i momenti del giorno intero, per conservarsi dalle insidie del maligno. Gli uccelli al primo raggio di sole cantano. Benedicono la luce. Anche noi dobbiamo benedire la luce che è un dono di Dio, e benedire che Luce è. Avere desiderio di Lui fin dalla prima luce del mattino quasi per mettere un sigillo di luce, una nota di luce su tutto il giorno che viene avanti. E’ unirsi a tutto il creato per osannare il Creatore.
Poi, come le ore passano, ci portano la constatazione di quanto dolore e ignoranza è nel mondo, allora la preghiera è perché il dolore sia sollevato, l’ignoranza cada e Dio sia conosciuto, amato, pregato da tutti gli uomini, che se conoscessero Dio sarebbero sempre consolati anche nel loro soffrire. Se l’immersione continua si arriva all’ora sesta, non di apnea, ma di quella preghiera offerta per amore della famiglia. Gustare di questo dono di essere uniti con chi ci ama. Anche questo è un dono di Dio. Pregare perché il cibo e le relazioni non si mutino, da utilità in peccato. Alimentarsi con sapienza e senza sprechi o abusi.
Tra l’ora sesta e la nona (12.00 – 15.00) preghiamo per la nostra redenzione, ricordiamo l’offerta di Colui (Cristo) che ha mangiato il pane amaro del tradimento e del rifiuto, ma l’ora in cui ci è stata donata la grazia e la salvezza di un Dio fedele. Vita e morte si sono scontrate, ma nella lotta la Luce ha vinto le tenebre.
Al tramonto pregare pensando che la morte è il tramonto che ci aspetta tutti. Pregare perché sia il nostro tramonto, giornaliero o vitale, sempre compiuto con l’anima in grazia. Alla sera poi quando si accendono luci pregare per dire grazie del giorno finito, per chiedere protezione e perdono e distenderci nel sonno senza paure di improvviso giudizio, di assalti demoniaci. Pregare infine nella notte (solo per gli adulti) per riparare i peccati della notte, per allontanare i deboli da Satana, perché nei colpevoli sorga riflessione, contrizione e buoni propositi che diverranno realtà al primo sole.
L’unione con Dio è questo averlo presente in ogni momento del giorno per lodarlo o invocarlo. Chi si allena, chi si immerge nel mondo della preghiera progredisce nella via dello Spirito e il Signore si fa trovare da chi lo cerca. Lui desidera esserci vicino. A noi la risposta, a noi la scelta. Se ci piace faremo esperienza di unificazione; l’uomo e Dio in comunione.
d. Andrea