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07 Giu

Domenica di Pentecoste - Anno A - 2014

Quando l’uomo è forte?  Osservo e mi guardo attorno.

L’uomo allenato e atletico ha l’illusione di essere prestante a lungo. Addestrato alla competizione cerca di prevalere sull’avversario, fa sfoggio delle sue vittorie ricordando con piacere chi ha umiliato e sconfitto. Può essere una semplice gara, o un lotta tra governi, ma la forza di prevalere e di dominare è la stessa. Mostriamo muscoli o armi, per intimidire l’avversario, per ricordargli una possibile umiliazione e spiacevoli conseguenze.

C’è chi è forte nel pensiero, e riesce a dominare, a prevalere su altri menti più deboli. Padronanza del linguaggio, terminologia appropriata, parole incalzanti tolgono il respiro e la concentrazione a chi si vuole misurare. Le parole sono una forza che lasciano segni indelebili nelle menti di chi ascolta, e chi accetta il dibattito è come su un ring, i più deboli e impreparati cadono a terra. Chi è più armato affronta l’avversario con la forza della dialettica, della denuncia, dello scandalo, dell’ipocrisia e senza esclusione di colpi cerca di colpire i punti deboli di chi lo ostacola nel  cammino, nei suoi progetti. Superbia e compromessi rendono forte l’uomo debole, l’uomo che vuole dominare perché non sa ancora amare.

C’è chi è senza ombra, determinato e deciso, forte perché pieno di energia, delle sue idee e del suo modo di scegliere. All’apparenza si lascia istruire, promette cambiamenti e soluzioni, si fa forte di chi lo adora, ma non saprà mai se lo amano o se lo temono. Quest’uomo pretende il successo e il prestigio che sono per lui una forza di attrazione per le folle; desidera convincerle di una superiorità così evidente che non lascia spazio a dubbi e indecisioni.

C’è chi si fa forte di un’idea, chi di una buona intuizione perché intelligente. Qualcuno si fa forte dei suoi ottimi guadagni o altri, più astuti, sono sempre pronti ad approfittare dell’ingenuità e della debolezza altrui… Quando l’uomo è forte?

I vangeli ci raccontano di un uomo creduto forte: Gesù. I suoi amici ne sono stati sedotti e affascinati. Forte fisicamente, unico nel parlare, pronto a camminare, attento a non sprecare le debolezze che incontrava per riportare guarigione e salvezza.

Ma dopo la sua morte i discepoli e la prima comunità da Lui desiderata si trovano privati di ogni forza e sicurezza. Gesù da risorto li incontra, mostrando loro l’origine della vera forza: “Vi do la Mia pace, non come la dà il mondo”. La Sua pace, frutto di una intimità profonda con l’amore del Padre che offre misericordia e non vendetta alla violenza subita. Ha parlato di una forza mai violenta (l’amore gratuito), di una debolezza che a tutti appartiene (peccato) e che diventa forza se immersa nel Suo amore (misericordia). Quando l’uomo si pente dei suoi errori al sua forza cresce, perché Dio gli aumenta le Sue grazie. Gesù è stato autorevole, mai autoritario, ha chiesto di scegliere: o la forza del dominio o il coraggio di servire. A Pentecoste ritrova i suoi amici e li libera da ogni paura, li rende forti: “avrete forza dallo Spirito Santo che Vi invierò”. L’uomo forte per Gesù è l’uomo dello Spirito, l’uomo che diventa testimone della verità e della carità. La forza dello spirito cerca la comunione, tende all’unità nella diversità dei doni e dei carismi. L’uomo forte “mette insieme” e non vuole prevalere. La forza dello Spirito ti rende sempre umile ma ricco di zelo per ciò che ami, sempre pronto a ricominciare. E’ la forza dei puri di cuore, dei semplici, follia per il mondo, scandalo per gli ambiziosi, gioia per chi crede.

d. Andrea

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