Se lo attendono i genitori dai figli un segno, un segno di riconoscenza, così come se lo attendono i figli dai genitori un segno di attenzione e presenza. Se lo attende chi lavora un segno di cura e di rispetto da chi richiede il loro impegno. Se lo attende l’anziano e l’ammalato un segno di disponibilità da chi gli è accanto. Se lo attende il cittadino un segno di giustizia da chi ha responsabilità politiche e giuridiche. Ma soprattutto lo attende l’uomo credente e non credente un segno da Dio che dice continuamente all’umanità, di essere presente, di essere accanto ad ogni uomo con il Suo amore.
Quando Maria e Giuseppe entrarono nel tempio per presentare il loro figlio Gesù, solo due persone tra la folla riconobbero il segno che Dio aveva offerto all’umanità, un segno di Luce, un segno che sarà definito da Simeone: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché saranno svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2,34-35).
Corriamo il rischio di lamentarci tutta la vita, soprattutto con il nostro Creatore per la mancanza di segni concreti, ma sorge il dubbio che il problema sia più nostro che di Dio, perché incapaci di riconoscere questi “segni”. Solo Simeone e Anna scorsero in quel bambino il Messia, il Salvatore, la Luce tanto attesa. Come mai?
In Simeone erano presenti le disposizioni interiori per cogliere la realtà oltre le apparenze. Simeone era: “giusto, pio e aspettava la consolazione del Signore”. Così Anna, vedova fin dalla giovinezza, a ottantaquattro anni, è descritta come: “una donna intimamente unita al Signore che serviva Dio al tempio giorno e notte con digiuni e preghiere”.
Maria e Giuseppe presentano il loro figlio al tempio per la purificazione secondo la legge di Mosè. Maria e Giuseppe sono il segno ancora oggi per tutti quei genitori, che vogliono vedere nei loro figli non un sacrificio da immolare sull’altare dell’ambizione o della competizione, ma un figlio da “consacrare” al Signore, cioè liberato da ogni dipendenza. Diventare sensibili nello Spirito è la via per ricordarci che ogni figlio è affidato dal Signore ai genitori. Ogni figlio è segno di Dio, e non motivo di contesa o di possesso tra i genitori. Ogni figlio deve essere aiutato a capire e a trovare la Volontà del Signore nella sua vita. Serve una grande sensibilità e cura per non sprecare l’abbondanza di amore che il Signore offre ai Suoi figli. Quanti di essi crescono arroganti e superbi, per aumentare nel tempo la lunga fila dei poveri, poveri di percezione, poveri di consapevolezza, poveri di gratuità e disponibilità. Arricchiti dai piaceri del mondo sono incapaci di godere dei segni del Signore per restare una generazione scialba.
Il Signore e Luce per coloro che Lo attendono e Lo desiderano nel cuore, è Luce per quei figli che hanno il compito di indicare strade nuove, e sull’esempio del Suo Amore, sono e saranno sempre segno di contraddizione perché sveleranno le ipocrisie di molti cuori.
d. Andrea