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16 Gen

II^ domenica T.O. anno A - 2014

Cominciano da piccoli a darci un nome per chiamarci, per presentarci ad altri, per catturare la nostra attenzione ed istruirci.  Un nome che ci distingue, un nome che scandisce ritmi e tappe della vita. Un nome che diventa nel tempo motivo di ansia e tensione quando, inseriti nel mondo educativo e scolastico, è occasione di verifica e di giudizio. Un nome che diventa motivo di prestigio se esprime una carriera e un successo raggiunto. Un nome che è motivo di vergogna e di scandalo se manchiamo il bersaglio della vita. La vita ci chiama a dare risposte, a scegliere per manifestare direzione e desideri. Qualcuno chiama questo percorso progetto di vita, altri vocazione. Resta il fatto che la vita “chiama”, ci interpella, per affidarci gradualmente compiti e responsabilità. Chi rifiuta di rispondere, lentamente muore, lentamente perde il sapore della vita.

Non c’è pagina della Scrittura in cui non compaia in qualche modo il tema della vocazione. “In principio” Dio chiama le creature all’esistenza (Sap 11,25), chiama l’uomo alla vita e quando questi si allontana gli chiede “dove sei?” (Gen 3,9). Chiama uomini, guide e profeti per dare loro una missione da portare a compimento. Il Signore chiama per nome ogni uomo per fargli comprendere lentamente la sua vocazione, il progetto che da senso alla sua vita. Chi-Ama ascolta e accetta il proprio nome e indaga per accogliere e accettare la sua vocazione. Chi-Ama diventa figlio grato e riconoscente e non rifiuta più la Voce di Colui che chiama l’uomo all’amore e alla preghiera. La preghiera, spazio e tempo sacro, è via maestra per rispondere, per comprendere, per superare paura e pigrizia. La preghiera, è la forza per non lasciarci dominare nei tempi della prova, dallo sconforto e dalla tristezza prolungata, che spengono lo slancio verso la vita.

“Dall’Egitto ho chiamato mio figlio” dichiara il Signore per bocca del profeta Osea (Os 11,1) e l’evangelista Matteo (Mt 2,15) applica questa profezia a Gesù. Sì, anche Gesù ha una vocazione: ripartire dalla terra di schiavitù, ripercorrere le tappe dell’esodo, superare le tentazioni e le seduzioni del mondo, per giungere con tutto il popolo alla libertà.

Conoscere questa chiamata è stimolo per la nostra vocazione. Non è una risposta religiosa che il Signore attende, ma un impegno fiducioso e fedele in questa vita. Egli chiama con voce forte ma sempre mite e paziente, con voce decisa e mai violenta.

I cammini sono diversi: c’è chi è sposato e quello di chi è celibe; c’è il percorso dei sani e quello dei malati, dei vedovi e dei separati, dei fidanzati… Ciò che importa è scoprire dove Dio vuole condurre ognuno. Chiama Chi-Ama: Gesù ci ricorda questo! Un annuncio rivolto ad ogni uomo, perché nel suo tempo sappia rinnovare la sua vita e quelli di altri con fedeltà. Chi-Ama trova la via, il progetto, la vocazione e a qualunque popolo appartenga, e in qualunque situazione si trovi Dio lo chiama per dargli lo Spirito per portare a compimento la sua missione.

d. Andrea

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