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21 Giu

ANNUNCIARE

12° - XII^ Domenica T.O. anno - anno A  2023

 

            Ricordo con dispiacere le parole di un giovane sacerdote, che pochi anni dopo l’ordinazione chiese di fermarsi. Disse: “Non ho più nulla da annunciare!”. Sono parole pesanti che rimbalzano forse nella mente di molti cristiani, disarmati da una realtà difficile, complicata, violenta e sorda. Sembra che il messaggio di Cristo sia come una pallina che ha smesso di rimbalzare, di far rumore, di portare quel movimento di gioia e rinnovamento tanto prezioso per l’animo umano.

            E’ iniziata l’estate! Cambiano le temperature, i ritmi, i luoghi di incontro. E’ forte il desiderio di evadere dalla routine, dalle responsabilità. Tutti in coda, cerchiamo ristoro e pace, subito pronti a buone risate senza impegno e grandi responsabilità. In fin dei conti Gesù ha parlato bene, agito in modo incisivo, ma a quanti ha toccato il cuore? Il mondo sembra sempre attratto da soluzioni veloci, violente e dominanti. Se qualcuno si crede intelligente, c’è sempre pronto un sistema che vigila sulle menti e le idee delle masse diffidenti di tutto e di tutti. La paura di essere ingannati e manipolati è diventata paradossalmente la via preferenziale per separarci, chiudere gli orecchi, speculare sull’economia e impoverire le anime.

            Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all'intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta». Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile
” (Ger 20,10-11).

 

            Quando sono entrato in seminario a ventitré anni, il rettore di allora, una persona mite, mi accolse nel suo studio e fissandomi negli occhi mi disse: “Mi auguro che nulla possa spegnere la tua energia!”. Le ricordo come parole preziose, che custodisco nel cuore come un tesoro. Sono le parole che ognuno dovrebbe sentirsi dire, quando tutto attorno si sente calunnia, denunce e disprezzo per quanto operato servendo Dio. Per chi crede, annunciare Cristo, sentire la sua presenza, vivere la sua proposta, rimane la forza dei prodi valorosi e segno di speranza.

 

Gesù disse: “Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo […] Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre” (Mt 10,26-33).  

 

La paura di non essere accolti, purtroppo è di ostacolo all’annuncio cristiano. Da sempre, dichiarare che in Gesù Cristo c’è salvezza, c’è il senso più profondo del nostro vivere, è rischioso! Essere esclusi, discriminati è sempre qualcosa da temere. A ciascuno di noi è rivolta la proposta: affidarsi all’amore degli uomini o affidarsi all’amore del Padre. San Paolo scrivendo alla comunità di Corinto ci ricorda: “Siamo come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! […] In noi certo non siete allo stretto; è nei vostri cuori che siete allo stretto. Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, apritevi anche voi!  Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti” (2Cor 6,9-14).

 

d. Andrea

 

 

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