Quando si vuole incontrare per ascoltare è conveniente offrire un orecchio che “piega” il giudizio della mente, sempre pronta a sentenziare le incoerenze e le sconfitte raccolte lungo il cammino. Consegno loro quella Parola che “salva” ancora oggi: “Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia, sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza” (Sal 103,1-5).
Per incontrare l’altro e l’oltre, serve offrire uno spazio liberato dalla prigione della “legge”. Solo chi si sente accolto come persona nella verità concreta dei suoi errori ed esperienze, riesce a raccontarsi e desiderare una nuova nascita. L’alternativa c’è sempre alla logica del mondo: “Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l'oriente dall'occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe” (Sal 103,8-12).
Ascoltare è sempre un momento di grazia. Quando si racconta il “vero sentire”, si incontra qualcuno, nasce una relazione e non sterili comunicazioni e vani progetti. Le parole sgorgano da una sorgente diversa, dove rabbia e rancore vengono sostituite da ironia e misericordia, pazienza e speranza, sogni e promesse.
Incontrare qualcuno non è mai una formalità. Nel mistero della vita, nello specchio che ci nasconde l’immagine divina di ciascuno, non è facile rimanere. Rimanere davanti ai propri errori, ai propri rancori, alle tante delusioni che raccogliamo nella ricerca di pace, per spingere i nostri desideri nell’amore vero, oltre le ingiustizie subite, oltre la vendetta che mai è risolutiva.
Gesù è colui che ci incontra ancora oggi, colui che ci ascolta per consegnarci guarigione, quel coraggio necessario per cambiare. E’ colui che accoglie con l’orecchio aperto tutti i peccati dell’uomo ma suggerisce la sorpresa della “Via Santa”: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,43-48). Forse un giorno ameremo questo invito e incontreremo Dio.
d. Andrea