Da qualche parte ci viene chiesto di adattarci, di accogliere quel diverso che incontriamo, quelle varianti che creano insoddisfazione, ma che possono consegnarci un’occasione per crescere. Non dobbiamo spegnere la ricerca personale e collettiva, ma accettare quel cambiamento che ci orienta lentamente, nel tempo e nella storia, a quel regno che Dio ci ha promesso.
Si “ritrova” quello che è stato perso, se si fa spazio alla parola di Dio, alla sua grazia, per farci spogliare dall’ideale e amare il reale. Un passaggio mai facile e scontato. Per i più è rifiutato, scandalizzati dalle miserie umane, sedotti dal giudizio della mente che satana continuamente alimenta. C’è ancora speranza oggi? C’è ancora il desiderio di immergere il nostro cuore nella via della santità?
“La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno” (At 4,32-35).
Sembra un bel quadretto di famiglia. Ma se rimane un’immagine statica, il vangelo diventa lettera morta. Gli Atti degli apostoli raccontano i primi passi compiuti dalla chiesa, i passi di uomini che hanno accolto la luce della Pasqua e lo Spirito Santo. Sono versetti che narrano un cambiamento di una comunità. Un’armonia ritrovata. La storia di anime salvate dall’angoscia e dallo smarrimento che ogni epoca consegna. Non uomini separati e isolati, ma cuori uniti dalla gioia, per aver ritrovato insieme ciò che era stato perduto: l’amore per il fratello nel servire Dio. Sono solo immagini lontane o una possibilità anche per noi oggi?
Senza la Pasqua non c’è salvezza! Nessuno si aspettava una tragica morte così violenta di Gesù. Ma da quel fallimento, da quella prova e sofferenza è stata ritrovata una solidarietà comune. Gesù si dona per un mondo ingrato, e consegna misericordia a chi lo ha ferito e tradito. Siamo cercatori di misericordia, e in Gesù la possiamo ritrovare e donare. La sua misericordia ci consegna pace, così rara e preziosa, e la possiamo condividere con quelli che sono più difficili da amare, che spesso sono quelli che più ne hanno bisogno.
“Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1Gv 5,1-4).
La casa vera è ritrovata se si torna a pregare insieme oltre i muri che la costituiscono. Nasce così la vera Chiesa. E’ dove si mette in comune la propria storia, le proprie risorse e capacità per un respiro più ampio, per un bene comune. Si aprono porte e finestre per far uscire rancori e delusioni, per fa entrare la luce e la brezza della primavera, che consegna la pace e un buon sorriso. Così la muffa dell’inverno, che rende stagnante ogni pensiero di egoismo, viene eliminata nel ritrovare il coraggio di staccarci da ciò che non serve, ma può aiutare altri fratelli.
Quante relazioni sono ammalate e soffrono perché non sanno ritrovare quello che è stato perso. Ci si allontana lentamente dai comandamenti per barattarli con una superbia che nel tempo ci spoglia di tutto, soprattutto di quella luce che è necessaria per ritrovarci nel buio del mondo. Oggi provati da un’economia allo stremo, corriamo il rischio di una nuova guerra mondiale tra poveri. Senza la luce della Pasqua, rimane solo la violenza e la vendetta.
La casa nuova va costruita nelle fede, nella relazione con Dio, non più allontanato e rifiutato come impostore e nemico della libertà. Il Signore diventa compagno sempre presente e vicino, consigliere ammirabile per un buon arredamento interiore. In passato le chiese erano costruite con i volontari della comunità; la casa del Signore offriva e istruiva alla comunione. Una solidarietà che diventava gratuità e servizio. Cosa abbiamo perso o trascurato? Chiese vuote e in decadimento, ministri deboli, famiglie disgregate. In pochi sono rimasti a pregare. Un piccolo resto prova a restare fedele per rinnovare e annunciare.
Colui che accoglie l’amore di Dio, colui che accoglie Cristo e non lo rinnega, ritrova il gusto della bellezza, che diventa pazienza per arredare ogni stanza della propria anima con armonia e sobrietà.
Proposte: Ritrova l’abitudine di un segno di croce all’inizio e al termine di ogni giornata, è lui l’Alfa e l’Omega. Ritrova il gusto di leggere un salmo o le letture della liturgia del giorno. Ritrova il tempo per ascoltare, per ascoltarti senza paura e fretta, per affidare ogni desiderio alla vita, per vivere con fede il tempo che Dio ci consegna. Ritrova e riprova. Buona risurrezione.
d. Andrea