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29 Mar

CONSEGNARE

Domenica delle Palme_Anno B – 2021

“L’ho ordinato ieri sera ed è arrivato questa mattina. Incredibile! L’acquisto in rete di un libro consegnato poche ore dopo, ormai decreta la morte di un “tempo”, di alcune modalità di fare economia”. Sono le parole scambiate con un amico, che possono introdurci nella settimana Santa.

Tutta la passione di Cristo è una consegna. Tutto accade rapidamente. Dall’osanna al figlio di Davide con cui il popolo lo acclama al suo ingresso a Gerusalemme, al crocifiggilo poche ore dopo. E’ la fine di un tempo, e l’inizio di una nuova economia di salvezza: la Pasqua!

“Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo” (Mc 14,3). La più veloce e la prima a consegnare qualcosa a Gesù è Maria di Betània. Un vaso di alabastro con del nardo prezioso, olio profumato di altissimo valore. Nella bibbia è il simbolo dell’amore fedele fino a dare al vita. Un semplice vasetto costava più di trecento denari, quasi lo stipendio annuale di un salariato. “Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto” (Mc 14,8-9). Maria cosparge i piedi con l’olio e li asciuga con i suoi capelli. Maria ci consegna l’amore che affronta la morte, tutto in silenzio, amore senza calcolo, contro la logica del mondo che lo considera uno spreco.

“Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all'udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno” (Mc 14,10-11).

Qui tutto è capovolto. Giuda consegna Gesù per denaro. Consegna l’amore per riempire le tasche dell’odore della morte. Tradisce la bellezza, la verità per arricchirsi del peccato. Non c’è più lo slancio dell’amore, ma solo la ricerca del momento opportuno per alimentare un’economia di menzogne, pronta a rinnegare la vita per rabbia o ribellione e futili guadagni. “Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!” (Mc 14,21).

“«Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori” (Mc 14,37b-41). Gesù è consegnato nelle mani di coloro che ancora oggi cercano salvezza, senza sapere che colui che condannano e disprezzano, è colui che più li ama. Che mistero questa cecità. Si può restituire il pacco consegnato, rifiutando il contenuto della misericordia in esso contenuto. Siamo addormentati e senza speranza di poter ricevere tanta grazia. “Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono” (Mc 14,48-50).

Questo tempo di pandemia sta ridimensionando la nostra economia, ma ci sta consegnando il tesoro della preghiera. Da soli o in famiglia/comunità, la vita ci chiede di vegliare, di implorare la conversione nostra e del mondo intero, per ridurre la sofferenza personale e collettiva. Non arrestiamo questo impulso divino, per non ritrovarci tra le mani solo spade e bastoni, incapaci di accogliere le nuove consegne.

“E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato” (Mc 15,1). Sappiamo che Gesù davanti a Pilato non risponde nulla, tanto che Pilato rimase stupito. Sono i giochi di potere, incapaci di riconoscere e accettare che non siamo “re”. Giochiamo a fare i superbi, a sovvertire le regole, a falsare i risultati per accomodare le nostre invidie e convenienze. Gesù sceglie il silenzio ma “Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia […] Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso” (Mc 15,9b-10;15).

Una volta ho rifiutato un pacco perché non conoscevo il mittente. Temevo fosse una truffa. In verità ero stato avvisato da una e-mail di questa consegna, ma nella frenesia delle giornate non l’avevo letta. Quel sospetto, si trasformò in dubbio per una mia distrazione. Solo a distanza di tempo scoprii il malinteso. Credo che Gesù sia ancora oggi capace di consegnarsi a noi anche se rifiutato, anche se distratti, alla ricerca dell’occasione giusta per fare verità dentro di noi.

“Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»” (Mc 15,33-34). Gesù si consegna al Padre, e l’ora si fece buia. Sappiamo che ogni abbandono è un atto di fede. Sappiamo che questa è la via della risurrezione. Possa questa generazione compiere un nuovo atto di fede, segno di conversione, per evitare altre prove e per  accorciare le sofferenze di questo tempo. Rifiutare ancora in modo ostinato l’amore di Cristo è fare il gioco di satana. Il Signore abbia misericordia di noi. Solo in Lui la nostra pace. Suona alla porta oggi per vincere ogni solitudine. Incredibile! Buona Pasqua.

d. Andrea

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