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18 Dic

IV^ domenica di Avvento – Anno A  - 2019

C’è dell’attrito tra loro! Curiosa questa affermazione. Gli animi si scaldano e … quanta fatica. Si disperde tempo ed energia. Queste tensioni in un’ottica di fede, vanno sprecate?

In fisica l'attrito è una forza che si oppone al movimento o spostamento di un corpo su una superficie: se si manifesta tra superfici in quiete tra loro è detta di attrito statico, se invece si manifesta tra superfici in moto relativo si parla invece di attrito dinamico. Si tratta di un fenomeno macroscopico sempre presente nel mondo reale, presentando vantaggi e svantaggi a seconda del contesto di analisi, e la cui origine fisica è fatta risalire alle forze di adesione o coesione tra materiali in interazione tra loro.

Abbiamo vissuto questo tempo di avvento, in attesa di un contatto con Dio: Gesù Cristo che nasce a Betlemme, è il Dio con noi “l’Emmanuele” che si fa vicino, segno di contraddizione nella mentalità del mondo. Chi lo accoglie, chi cerca intimità con lui, lo fa per “attrito” dinamico. Viene salvato e purificato dai peccati, dai vizi, dalla morte. Il suo amore brucia come un meteorite, in contatto con l’atmosfera, brilla  nei cuori dei credenti e degli umili. E’ la stella di Natale che guida e orienta chi, in difficoltà, alza lo sguardo al cielo per ritrovare in terra la pace.

Lo sappiamo, gli effetti dell'attrito sono la dispersione dell'energia meccanica (energia cinetica) in calore, il che riduce il rendimento del movimento, ma in alcuni casi questo attrito può essere utile, qualora non si cerchi un movimento ma un'adesione/controllo, soprattutto in ambito stradale, nelle attività fisiche e spirituali, permettendo gli spostamenti e azioni che altrimenti non sarebbero possibili. Difatti la tenuta stradale e la camminata/passeggiata, sono possibili anche grazie all'attrito con il suolo, così come in un rapporto, due persone imparano a gestire e a superare i giorni di tensione in un processo di cambiamento spirituale/adesione.

Il nostro mondo occidentale è malato perché vuole evitare il contatto con il Signore che ancora viene. Non c’è movimento senza attrito, non c’è speranza senza adesione a Lui.

Guardo questa generazione presuntuosa che altera tutto, scivolando via al grido delle anime che cercano amore, giustizia e salvezza. Conflitti e degrado ci vengono annunciati tutti i giorni, cerchiamo amore ma ci rifugiamo nella prostituzione, nella pornografia. La facilità con cui accediamo a queste proposte equivale a uno stupro delle coscienze. Non siamo ancora in grado di quantificare gli effetti di tutte le separazioni e i divorzi in atto, sui i figli di oggi. Chi dirà loro che la sessualità e l’amore vero è fatto di donazione di sé e di delicatezza, di pazienza, per trasformare ogni attrito in misericordia e non in superbia o continue divisioni.

Stiamo costruendo società senza padri e madri perché siamo incapaci di gestire gli attriti e il movimento che questi ci offrono. Ognuno di noi esalta la propria libertà, la propria autonomia, senza percepire che così ci allontaniamo da ogni contatto, dal calore che solo l’amore gratuito può donare, soprattutto ai nostri figli. Raffreddati nel cuore, ci lasciamo lentamente spegnere, appagati da una tecnologia che ci fa sognare, ma che ci allontana e ci isola, sempre in viaggio ma senza meta.

A Natale la proposta è semplice: non la memoria generica della nascita di un bambino di nome Gesù, o una festa che ci ricorda le origini di ciascuno di noi. E’ il sogno di Dio che vuole ristabilire un contatto/attrito con noi. Lo fa con un bambino perché spera che lo prendiamo in braccio e scherziamo con lui nella pace. Buon Natale.

d. Andrea

 

 

 

 

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