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22 Mag

Ascensione del Signore – Anno C - 2019

In ambito spirituale la parola “gravità” ci rimanda subito al peccato, al rimprovero, all’errore, alla colpa. Ancora oggi questa parola potrebbe essere usata per segnalare prossime calamità a compimento di antiche profezie, o per denunciare un reato, ecc...

Ma per una volta ricordiamoci anche che la gravità è una forza a cui siamo sottoposti tutti e in tutto il mondo. La forza di gravità è una forza attrattiva che si manifesta attraverso il peso. Forse non tutti sanno che il peso di un corpo non è sempre costante sulla superficie della Terra ma cambia in base alla sua posizione, alla latitudine e all'altezza, oltre che al materiale sottostante. Si deve, inoltre, considerare l'influsso che dà al peso dei corpi la forza centrifuga generata dal nostro pianeta nel suo movimento. Il peso infatti è il risultato tra la forza di attrazione e la forza centrifuga che è massima all'equatore e diventa praticamente nulla ai poli; di conseguenza, il peso di un corpo all'equatore sarà minore del peso del medesimo corpo misurato ai poli.

“Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza” (Eb 9,24-28).

Cristo ci porta non all’equatore ma verso l’alto. Si eleva al cielo per elevarci dai pesi di questo mondo che tendono a trattenerci sempre schiacciati verso il basso, togliendo speranza. Cristo ci restituisce il movimento e la prospettiva che salva la nostra storia, per comprendere gli eventi e il tempo che ci viene affidato.

Non siamo ingenui, il tempo è grave! Potremmo anche dire come mai in passato. Qualche mistico annuncia una purificazione con l’acqua delle lacrime e il fuoco del dolore.

“Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore”. La gravità del tempo, ci chiede una fede matura, non più un’adesione tradizionalistica. Lo “spostamento” in atto dai poli all’equatore ci rende più agili, meno pesanti tra le menzogne nel mondo, veicolate ormai da tempo anche dentro e fuori la Chiesa. La storia ci racconta di eresie per togliere agli uomini la responsabilità, la fatica, per raggiungere la gioia e la salvezza. E’ il tempo di voci “deboli”, di oratori che ci illudono che non serva la croce. Cristo ha realmente offerto se stesso, “ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza”

Le nostre anime restano angosciate se non si elevano dall’agonia del peccato e dai suoi compromessi. Cristo ha espiato per darci la grazia e riuscire a staccarci da terra per attirarci a Lui. Crediamo! … per essere figli liberati da ogni giudizio, da ogni condanna: figli amati che hanno fede in Lui perché ne abbiamo fatto esperienza.

d. Andrea

 

 

 

 

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