Il primo mistero glorioso ricorda proprio questo: la risurrezione di Gesù Cristo! Lo recitiamo al mercoledì e alla domenica. Come in quel tempo vi fu chi dubitò della vittoria di Cristo sul male che ha nome peccato, così anche oggi dubitiamo e come assopiti dal sonno delle convenzioni e degli umani convincimenti, ce ne stiamo satolli di cibo non spirituale e intontiti non sappiamo più distinguere la Voce del nostro Dio che ci parla. Noi che viviamo nell’appagante società del conforto materiale, pensiamo di non aver bisogno di Dio.
La venuta del Signore non ha portato Pace ma bensì ha fatto chiarezza, espropriando dal mondo ciò che Gli appartiene e rendendo a chi crede, ciò che le persecuzioni di ogni tempo ha loro tolto: la dignità di essere chiamati alla Sequela, di mantenere viva la testimonianza della fede, tra le tenebre del mondo, che tutto vuole spegnere nella schiavitù dei vizi e del peccato.
“Che diremo dunque? Rimaniamo nel peccato perché abbondi la grazia? È assurdo! Noi, che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere in esso? O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. Lo sappiamo: l'uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. Il peccato dunque non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia” (Rm 6,1-11).
Crediamo di dover inventare parole nuove per proporre la Salvezza, ma il risveglio della nostra vita inizia nella fede umile dell’annuncio Pasquale. Siamo sempre pronti ad accogliere proposte spirituali e cammini di qualsiasi tipo che promettono felicità. Come cristiani dobbiamo smettere di dire cose confuse, seguire cose vaghe, per sfuggire alle critiche del mondo. Smettere di affidare la nostra vita a qualsiasi annuncio. Ci siamo rifugiati nell’attivismo, dimenticando che siamo fatti per la preghiera, creati per custodire le cose eterne: “se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno” (Gv 8,51), afferma Gesù davanti ai suoi oppositori. Non abbiamo altra speranza nel mantenere vivo l’annuncio Pasquale, per risvegliare le anime sedotte dal mondo.
La Chiesa, Gesù l’ha voluta perché sia Mater e Magistra, madre e maestra deve rivelare le necessità interiori perché possiamo essere felici. Preghiamo per il risveglio.
d. Andrea