Ricordo i primi tentativi di camminare da solo di notte nei boschi, quel senso di paura, di abbandono e come invece lo stesso percorso con qualcuno accanto fosse diverso.
La nostra vita si snoda, si sviluppa con qualcuno accanto, non solo per la nostra crescita e tutela, ma per garantirci quella fiducia che è necessaria per la maturità e l’armonia di un uomo.
Cosa poi ciascuno di noi è disposto a fare pur di avere qualcuno accanto, solo la fantasia della vita può superare la nostra creatività. Quali compromessi e ipocrisie siamo pronti ad accettare per non restare soli. Quale violenza e aggressività può esplodere quando qualcuno ci ricorda che non vuole più rimanerci accanto o non ha il tempo per farlo. Cosa siamo pronti a nascondere e a sedare nel nostro cuore per non restare da soli. Si può scegliere un’animale “di compagnia”, un matrimonio, un figlio, un’amante, una ideologia, una religione, come soluzione, … ma la nostra fede nel Risorto può offrirci dell’altro?
Gesù lo sapeva bene che accanto a Lui gli uomini trovavano quel conforto, quell’amore tanto atteso, e da tutte le regioni lo cercavano. Stargli accanto è stato il privilegio di alcuni, un’ esperienza che li ha cambiati radicalmente per formare uomini nuovi, consapevoli che prima di ogni annuncio l’uomo cerca qualcuno che gli stia accanto. E’ stare vicino nelle prove, nel dolore, nell’esperienza della malattia che aiuta il nostro essere più profondo a superare quel senso di smarrimento, di fragilità, di limite.
Gli apostoli si erano legati a Gesù, accanto a lui erano pronti ad affrontare la morte, ma la vita nella sua dinamica ci chiede di modificare continuamente il modo con cui “stare accanto”. Cambia il modo tra genitori e figli, tra fidanzati e sposi, tra nonni e nipoti, tra collaboratori e colleghi, così pure tra Gesù e i suoi discepoli.
Cosa accade con l’Ascensione di Gesù? Potrebbe essere letta come un abbandono? Potrebbe sembrare una notizia anacronistica, fuori del tempo, all’apparenza lontana dal quel bisogno di essere accanto a qualcuno? Gesù cambia il modo di essere presente, benedice i suoi, gli affida il compito di farsi “accanto” per altri, per essere testimoni del Suo amore, e invita ad agire solo dopo aver ricevuto la Sua stessa forza, la forza dello Spirito Santo. E’ il tempo della chiesa, il tempo di luce nuova dopo la nebbia del mattino. E’ la risposta di fare assieme con qualcuno per superare l’arroganza del “fai da te”. Gesù ci è ancora accanto e se accolto rappacifica il nostro cuore e le nostre relazioni, non più guidate dalla paura, dal possesso, ma dal senso di gratitudine. Lui ci è accanto e noi?
don Andrea