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06 Dic

II domenica di Avvento 2018 – anno C

Esiste oggi un confronto e una ribellione contro Dio, una battaglia organizzata contro Cristo e la sua Chiesa. Si respira avversità, critica e condanna, per non dire indifferenza e disprezzo. Costruiamo e strutturiamo strategie per uccidere Dio, distruggere la dottrina e l’insegnamento secolare della Chiesa. Abbiamo come cristiani delle responsabilità?

Sembriamo rassegnati al pensiero del mondo, quasi sconfitti, dimenticando tutto ciò abbiamo ricevuto nei secoli dai santi e dai martiri del vangelo. Abbiamo iniziato l’avvento, non come un periodo di eccitazione mondana perché prossimi al Natale, ma perché non sia troppo tardi scegliere di custodire il centro della nostra fede, della nostra identità, quel salva vita che è Cristo.

Avvento, tempo di vigilanza, di silenzio, di contemplazione del mistero dell’incarnazione di Dio. Aiutaci Signore a ritrovare, prima che sia troppo tardi, il tesoro della vita. La nostra vita di fede cammina spesso nella notte. Ma le notti della fede finiscono sempre per trovare la piccola luce di Dio.

Nella vita di sant’Agostino  (vescovo e dottore della Chiesa IV° sec. d.C.) Dio è sempre stato presente. Nei momenti di smarrimento, di rifiuto, di condanna della verità e di Cristo, il cielo poteva sembrare lontano. Eppure Dio vegliava senza sosta e Agostino ha finito per rispondere a una voce che non parlava. Non ha smesso di cercare fino all’ultimo respiro della sua vita. Nelle Confessioni, il vescovo di Ippona, scrive queste parole straordinarie:

Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai.
Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo.
Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
Eri con me, e non ero con te.
Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.
Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità;
balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità;
diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te,
gustai e ho fame e sete, mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.
Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso,
non esisterà per me dolore e pena dovunque.
Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te.
Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me”

Il nostro mondo è spesso smarrito, come lo fu il giovane Agostino. Cerca con ardore senza sapere dove si trova la verità. Cerca mille strade per tentare di credere nella vita eterna. Cerca la gioia, la semplicità e la bellezza in tanti paradisi artificiali. Tardi ti amò Agostino! Sedotto e ingannato dal mondo e dalla sua sete sterile, di sapienza pagana. Possano i tuoi ministri amarti Signore, possano le anime da te redente, ritrovarti prima che sia troppo tardi. Scrive S. Paolo: “Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo,... Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù… E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo,… ” (Fil 1,4-6.8-11).

d. Andrea

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