E con lo spirito? Sembra sempre che non ci siano scadenze, tutto può essere rimandato, trascurato, sottovalutato, anche se in verità c’è sempre una scadenza di mandato.
Leggo gli eventi di questi giorni, a livello regionale, nazionale e mondiale come un avviso di scadenza. Siamo nel tempo del tutto o niente, del tanto o nulla. Abbiamo creduto di godere dei frutti della Bontà del Signore, dei frutti della terra, senza conseguenze dopo tutte le nostre insolvenze.
Abbiamo trascurato il giorno del Signore e la sua volontà per i nostri profitti. Abbiamo spogliato le nostre scuole della Verità, per aderire a ideologie di potere. Abbiamo impoverito le nostre relazioni con facili connessioni, rifiutando l’incontro con il prossimo perché troppo difficile, impegnativo nelle responsabilità.
Si parla di disastri ogni giorno, di morti improvvise, all’apparenza senza logica, senza giustizia. Ma non riusciamo a comprendere e ad accettare, che il disastro più grande è iniziato quando abbiamo arbitrariamente privato la nostra società di Dio, attraverso il cinismo, l’idolatria e la sostituzione selvaggia con un materialismo senza limiti. Siamo destinati a un baratro sempre più profondo.
L’assenza di Dio nelle nostre vite è sempre più tragica. E’ quanto mai urgente ridare a Dio il suo primato. E’ quanto mai urgente che la chiesa, i suoi ministri tornino a dare a Dio quello che è di Dio e agli uomini quello che è degli uomini. Tuo Signore è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli. La chiesa ubriaca del mondo ha ricevuto la sua scadenza. La chiesa e i ministri che restituiscono all’anima la priorità della preghiera a Maria Santissima, che intercede come avvocata per le insolvenze dei nostri peccati, sarà sicuramente spogliata del superfluo ma rinnovata nel suo ministero, pronta a dare tutto.
“Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»” (Mc 12,28-44).
Non dobbiamo confondere il temporale con l’eterno, perché volgiamo le spalle alla giustificazione che Cristo ha operato. Senza di Lui non riusciamo a pagare le scadenze. Questa vedova che mette tutto ciò che ha nel tesoro del tempio, è l’immagine di coloro che offrono già tutto quello che spetta al Signore. Non c’è dilazione, non c’è insolvenza, ma un atto di fede.
d. Andrea