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17 Feb

RITORNATE A ME

I^ domenica di Quaresima – Anno B- 2018

Può capitare di perdersi. La cosa importante è saper ritornare sui propri passi: “«Or dunque - oracolo del Signore -, ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione?” (Gio 2,12-14). Perché questi atteggiamenti penitenziali? Perché negare l’evidenza che ci siamo persi?

Prima di introdurre il popolo in terra promessa, Mosè lo aveva messo in guardia contro questa pericolosa tentazione: “Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato, quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile” (Dt 8,12-14). Il profeta Gioele invita a riconoscere che i beni materiali hanno fatto loro perdere la testa. Erano giunti al punto dal non pensare ad altro che a star bene, arricchire, ricercare il lusso. Il testo citato non racconta delle calamità che Israele aveva incontrato. Ma queste calamità hanno rivelato a Israele, quanto fosse effimera la ricchezza in cui confidavano e come potesse venir loro tolta da un momento all’altro.

Anche noi siamo spesso sedotti dalle false promesse di piena felicità che vengono dai beni di questo mondo. Quando ci ripieghiamo solo sulle realtà materiali, considerandole assoluto, finiamo sempre per ritrovarci soli, delusi, in condizione di morte. Nostri compagni sono il pianto, il lamento, l’amarezza del peccato. Ecco l’invito del Signore: “Ritornate a me con tutto il cuore!”.

La Quaresima è il tempo del ritorno alla casa del Padre. Si ritorna sui propri passi solo con un atto di umiltà. Si ritorna a casa solo quando si è certi di essere accolti da qualcuno che ci ama. La prima conversione, la più urgente e indispensabile, è dunque la correzione dell’immagine di Dio cui siamo affezionati, creata dalla nostra mente, appoggiata unicamente su pregiudizi. “Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”. Il Dio della Bibbia non è colui che ripaga con castighi, ma che recupera, risana le ferite che l’uomo, peccando, si è fatto. Ci risana, la nostra disponibilità alla conversione alla sua volontà.

Purtroppo si corre il rischio di confondere la sua misericordia con il “misericordismo” protestante che ha insegnato: pecca pure fortemente, e credi fermamente, perché la sola fede ti salva. Il misericordismo sottolinea in modo unilaterale la misericordia di Dio, senza sottolineare il rifiuto del peccato, la rinuncia alla vita del peccato. Ritornare vuol dire anche pentirsi e iniziare con atteggiamenti santi, la via della virtù. Non basta aver capito che Dio ci ama, che ci attende. Bisogna avere il coraggio di decidersi a intraprendere la via di casa. E’ una via di gioia e di austerità, di allenamento alla rinuncia e spogliamento da tutto ciò che appesantisce i nostri passi, la nostra anima.

“Tra il vestibolo e l'altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov'è il loro Dio?»” (Gio 2,17). Quaresima è tempo di speranza e di gioiosa attesa, per strappare l’ultima parola al peccato e alla morte. Si convertano i sacerdoti per intercedere presso il Signore.

d. Andrea