“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori; perché siate figli del Padre vostro celeste…” (Mt 5,43-44). Avete appena letto un'invenzione esclusiva, unica nel suo genere, attribuibile a Gesù, nuova e originale sia per primi uditori, sia per noi oggi a distanza di secoli. E’ un’invenzione condivisa gratuitamente, con costi aggiuntivi - sopportare l’ingiustizia - e sorprese. Le risposte e le reazioni all’utilizzo di questa invenzione non sono ancora state tutte raccolte, ed è offerta a tutti i cuori che desiderano ritrovare ciò che abbiamo perso.
Conosciamo bene la vendetta e il rancore verso i nostri nemici, ma il duplice invito, la duplice richiesta di Gesù, “Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”, è un invenzione paradossale. E’ l’apice dell’etica cristiana, è la richiesta di amore gratuito che non si aspetta alcun contraccambio e che, come quello di Dio raggiunge anche chi fa del male.
Nella Torah, nel libro del Levitico troviamo: “Siate santi, perché Io, il Signore, Dio vostro, sono santo” (Lv 19,2). Non si suggerisce la via della perfezione attraverso un processo di separazione e di elezione, ma nello sforzo di amare il prossimo che spesso ci è ostile. Su più fronti dunque, la Scrittura inventa e propone la strada per ritrovare quello che abbiamo perso: L’UNITA’ con il prossimo e con il Signore.
Alcuni saggi dell’antichità hanno fatto proposte morali elevate: “comportati in modo da trasformare i tuoi nemici in amici” (Diogene). “Proprio dell’uomo è amare anche coloro che lo percuotono” (Marco Aurelio); ma l’imperativo “Ama i tuoi nemici” è un’invenzione di Gesù. E’ sempre Lui che ci suggerisce il mezzo per riuscire a praticare l’amore per “chi ci perseguita”, per chi ci rende la vita impossibile: la preghiera! E’ la preghiera che eleva verso il cielo, unisce al Signore, purifica la mente e il cuore dai pensieri, dai sentimenti dettati dalla logica di questo mondo, dalle sue procedure di vendetta e di violenza. La preghiera ci fa vedere il malvagio con gli occhi di Dio, “che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5,45).
Nella storia, sono celebri gli esempi di inventori di professione e indipendenti: Thomas Alva Edison, Nikola Tesla, Guglielmo Marconi. Oggi, salvo rare eccezioni, non esistono più inventori puri e indipendenti e l'invenzione è frutto di un processo complesso, di sforzi e fatiche, che riguarda svariate professionalità, che cooperano a un progetto comune all'interno di un'azienda o di una comunità.
Come cristiani siamo invitati a cooperare per inventare un progetto comune, dentro una Chiesa che prima di tutto torna a pregare e a sostare con Gesù. Il nostro “ritrovarci” come comunità, il nostro celebrare non è uno sterile “ricordare”, quanto piuttosto una disposizione interiore a rinfrancare le forze, attingendo e condividendo l’energia con il nostro Salvatore – Inventore. Non noi, non la Chiesa con le sue forze, ma Cristo agisce nella Chiesa, la regge, la conduce e le dà vita. Solo così è possibile accogliere la grande invenzione dell’Amore di Gesù, testimoniare ed educare che solo l’Amore universale ci restituisce quello che abbiamo perso: Shalom! (pace).
d. Andrea