“Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: «Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e va' subito all'Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra». Io andai e la nascosi presso l'Eufrate, come mi aveva comandato il Signore”(Ger13,3-5). Abbiamo nascosto la parola del Signore, istruendo le anime con le parole del mondo, parole di ambizione e di prevaricazione. Abbiamo tolto la cintura dai fianchi, credendo di camminare ugualmente, rifiutando la legge del Signore. Si legge di tutto, si entra in contatto con tutto, dimenticando le cose preziose immerse nell’acqua dentro la fessura della morte.
“Dopo molto tempo il Signore mi disse: «Àlzati, va' all'Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi». Io andai all'Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l'avevo nascosta; ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla. Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: «Dice il Signore: In questo modo ridurrò in marciume l'orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme. Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla” (Ger 13,6-10).
Quando diciamo che il “sistema è marcio”, dovremmo ricordarne l’origine: le nostre scelte operate senza il Signore, per “orgoglio”. La cintura marcia, nessuno la vuole e viene gettata.
“Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d'Israele e tutta la casa di Giuda - oracolo del Signore -, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono” (Ger 13,11). La nostra chiesa, le nostre famiglie, devono cogliere l’urgenza di una conversione per non essere gettati via completamente marci. Il Signore ci attende per la lode, per ascoltare la sua parola e aderire al suo cuore.
“Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lampade accese. Siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito” (Lc 12,35-36). Ecco come ci vuole il Signore, con la cintura ai fianchi, obbedienti alla sua parola, impegnati a servire senza riserve, gustando ogni istante, non come un’attesa inutile, ma pronti a incontrare lo sposo, l’amore pieno della nostra vita. “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; io verità io vi dico, si stringerà la veste ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà lui a servirli” (Lc 12,37). E’ la promessa che il Signore non ha perso la cintura, che desidera provvedere ai suoi figli, di renderli partecipi della sua gioia. Restiamo svegli, nell’umiltà della preghiera, con cuore puro, per evitare che tutto marcisca.
don Andrea