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15 Lug

NELL’ ORA PIU’ CALDA

XVI domenica T.O. anno C - 2016

Nell’ora più calda del giorno l’attenzione di tutti è più bassa, le forze sono ridotte e in qualche modo siamo più vulnerabili. Cerchiamo tutti ristoro in forme diverse. Ma il caldo, l’assopimento, una certa spossatezza sono le condizioni ideali per ottenere risultati e visite insperate, per dare risposte nuove. “Poi il Signore apparve a lui (Abramo) alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo” (Gen 18,1-3). Le “Querce di Mamre” sono un luogo teologico oltre che geografico, collegato intimamente alla vita del nostro “Padre nella fede” Abramo e dei primi patriarchi. Il testo biblico alterna il plurale (“tre uomini”) con il singolare (“Mio Signore”). Tali alternanze enigmatiche creano un certo alone di mistero, che ha portato alcuni Padri orientali a vedere in esso un primo, lontano preannuncio del mistero della Trinità.

Il mondo di Abramo, quello di Gesù e il nostro mondo di oggi sono molto diversi, eppure il valore dell’ospitalità è diventata di prepotente e bruciante attualità nel nostro tempo. Si tratta di passare dall’«ostilità» all’«ospitalità». Oggi in particolare “nell’ora più calda” siamo chiamati a rendere possibile il passaggio dall’«hostis» (nemico) all’«hospes» (ospite), sapendo che Dio per primo è colui che ci ospita e insieme è anche colui che chiede di essere ospitato nei fratelli.

Abramo corre incontro agli ospiti, ritrova forza e motivazione, li trattiene e se ne prenderà cura, ma prima di questo si prostra a terra e prega: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo”. Dio è presente in tutte le ore della storia degli uomini e in quelle della vita di ognuno, soprattutto in quelle di maggiore stanchezza, soprattutto quando nessuno pensa che qualcuno possa andare in giro a quell’ora, perché è troppo caldo … e troppo tutto. “Non passare oltre senza fermarti” è la preghiera di un cuore che non perde la speranza, la dove c’è solo silenzio, c’è solo violenza, razzismo o follia estremista.

Dobbiamo chiedere al Signore di non passare oltre la nostra storia, le nostre miserie, i nostri peccati, la nostra durezza. “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi Signore” donami un amore guidato dalla fede. All’apice della luce del giorno viviamo spossati, svuotati dalle scelte mondane, evitiamo di alzarci per essere luce di verità, rifiutando di accogliere la tua visita Signore, la tua parola. Non ci può essere pace nel mondo se non c’è il Signore e la sua legislazione nel nostro cuore. Forse non siamo ancora pronti all’accoglienza, perché non ci sono solo tre uomini davanti alla nostra tenda, ma migliaia; non siamo ancora pronti per preparare il banchetto con lo straniero, spazi e risorse sono comunque limitati. Forse questa è l’ora di restare prostrati e pregare per trovare grazia davanti al Signore che da tempo viene nell’ora più calda nella speranza di trovarci più miti, meno rissosi, meno superbi e non più accesi dall’ira e dalla vendetta, ma come Maria, stiamo seduti ai piedi di Gesù per ascoltare la sua Parola (Lc 10,38-42).

La risposta alla preghiera di Abramo e all’accoglienza del Signore nella sua tenda nell’ora più calda, fu la promessa di un figlio. Sara sua moglie, partorirà un figlio (Isacco) insperato. Ma sappiamo che ogni parto non è mai indolore.

d. Andrea

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