L’opposizione è anche una tecnica letteraria. S.Paolo la usava spesso per contrapporre l’uomo dominato dalla carne e l’uomo dominato dallo Spirito. “Fratelli quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene” (At 8,8-9). Il dominio della carne era inteso come il dominio della debolezza e della fragilità umana, chiusa all’azione di Dio e del suo Spirito. Una vita dominata solo dai sensi, dal piacere effimero, dal successo che facilmente precipita nelle dipendenze, nei vizi, nell’abuso di cose e persone. Potremmo descrivere a lungo la “carne”, ma come diceva S.Paolo: nella descrizione del peccato non c’è novità!
Tutto diverso è il caso del dominio dello Spirito. E’ l’uomo che osserva, ascolta attentamente il dinamismo interiore per tornare ad accogliere la comunione con la vita, la comunione con il Signore, la sua parola, i suoi orientamenti. L’uomo dello Spirito piace a Dio e gli appartiene perché è uomo di speranza. E’ l’uomo nuovo che pur facendo esperienza di morte e sofferenza è in comunione con lo Spirito di Cristo, che sconfitto dalla superbia dal mondo, si oppone con l’abbandono fiducioso a Dio Padre. Cristo perdente risuscita vittorioso per la salvezza delle nostre anime, è lui il Salvatore dal peccato e che ci libera dal dominio della carne.
“Noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete” (At 8,12-13). L’umanità ha bisogno di uomini nuovi, non di nuove ideologie che si oppongono a quelle vecchie subito pronte a nascondere con vestiti nuovi, pratiche antiche. Abbiamo bisogno di uomini che abbiano confidenza con Dio, abitati dal suo Spirito, pronti a far morire l’egoismo e il consenso del mondo.
A Pentecoste Dio si oppone al mondo, che spegne lentamente con l’indifferenza e il relativismo, con lo Spirito Paraclito (difensore). E’ uno spirito che brucia dentro, che da vigore e forza, che insegna e ricorda la sua parola, perché su di essa tutto sia rinnovato.
A Pentecoste il Signore si oppone all’esaltazione dell’uomo, che cerca solo se stesso, con il volto di una nuova comunità, oggi la Chiesa, che guidata dallo Spirito Santo tutto rinnova. La novità e il vero cambiamento accade nello Spirito, non nella carne. Sta a noi vivere o morire, opporsi al Signore o finalmente accoglierlo.
d. Andrea