X^ domenica T.O. anno B – 2018
Quanto ci piace parlare. Parlare per condividere, coinvolgere, anche se spesso diventa più un mormorare, un giudicare tutto e tutti. Parliamo raccontando i nostri progetti, le nostre delusioni e preoccupazioni, ma soprattutto, parliamo senza rivelare chi siamo, quello che accade dentro di noi, senza svelare la mancanza di senso della nostra vita. Le parole diventano sterili, vuote e spesso velenose, aggressive, prive di pace. Non siamo aiutati, educati, a comprendere che le parole nascono dall’ascolto. Si parla nella misura in cui si ascolta e non viceversa. Si ascolta, non per accogliere le chiacchiere del mondo, ma per indagare in cosa credere, in chi credere, perché solo allora parliamo veramente.
Solennità Santissima Trinità – Anno B – 2018
Sembra tutto ben definito, fissato e deciso. Tutto scoperto e protocollato. Scienza e religioni tentano di affermare, cosa e come si deve e non si deve fare, ma puntualmente, ci ritroviamo ad alterare ciò che era definito, a spostare ciò che era fissato, a discutere ancora ciò che era stato deciso. Siamo noi, uomini, anime inquiete, che a stento riusciamo a cogliere le cose temporali e raramente cerchiamo di intuire le cose eterne e spirituali.
Ascensione del Signore – anno B – 2018
Ogni scelta ha i suoi rischi. Ecco perché è stimolante e difficile scegliere. Abbiamo la capacità di osare, di superare certe difficoltà, anche se rischiose, perché crediamo e speriamo di farcela, a tal punto che qualcuno può definirci “esperti del rischio”.
Scalare una montagna, o raggiungere gli abissi, sottovalutando i rischi, può portare alla morte. Ogni giorno molti incidenti mortali, accadono perché si sottovalutano i rischi, e molti pensano di essere immuni da certi pericoli. Ecco emergere la realtà; ci scontriamo con un dato oggettivo: abbiamo dei limiti, e i rischi non sono del tutto prevedibili.
V^ domenica di Pasqua anno B – 2018
Sempre curiose e affascinanti le parole. Possono essere pane che nutre o pietre che feriscono; balsamo che consola o arma che offende. La parola “rimanere”, rimanda a tante cose, apre spazi profondi, perché quando un uomo decide di rimanere, è pronto per scegliere. Rimanere, non è dunque solo fermarsi, sostare in un luogo, ma accogliere un incontro, gestire una relazione, impegnarsi e diventare adulto in un dialogo che porta alla maturazione. Rimanere per mutare e rinnovare ciò che si riconosce utile, prezioso, indispensabile.
III^ domenica di Pasqua 2018
Ogni giorno si parla di sfide, di obbiettivi. Anche il Vangelo sfida il lettore, con l’obbiettivo, di non ridurre Gesù a un fantasma, a un mito, a un illusione. Non è sufficiente affermare: “il Signore è risorto”, se non si comprende cosa significhi per la nostra vita; pena la sconfitta.