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PAROLE

Pubblicato in Riflessioni

III domenica T.O. anno C - 2019

Le parole affascinano, seducono, educano, feriscono, comprano, viziano, ammaestrano, svuotano, illuminano, salvano e molto altro. Le parole sono importanti, vanno usate con cura e con sapienza. E’ proprio quest’ultima che le governa. Stolto è l’uomo che vuole usarle senza essere istruito. Peggio ancora, quando le vuole usare senza dare una forma, un contenuto che le realizzi; in questo caso le parole diventano vuote, perdono forza e credibilità. Lentamente vengono perse e dimenticate, ed inizia l’anarchia. Ecco cosa accade quando dimentichiamo le parole del Signore, se le svuotiamo di significato e le crediamo inutili. Iniziano i disordini personali e collettivi. Questo ci insegna la storia.

Battesimo del Signore 2019 – anno C

Ogni proposta cerca accoglienza e approvazione, bussa e aspetta. La porta è sempre chiusa, e non è facile aprirla per entrare nei cuori e nelle menti. Siamo così sospettosi e prudenti alle proposte di Dio, ma allo stesso tempo ingenui e sprovveduti ad accogliere qualsiasi novità che puzzi di spiritualità o di mondanità, senza vagliare fonti e origine.

OBIEZIONE

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Natale 2018 – anno C

Speriamo sempre che le cose possano cambiare. Viviamo con questa convinzione profonda, di rinnovare, migliorare quello che incontriamo. Ma la realtà spessa sembra smentire questo atteggiamento dello spirito, del credente, che lascia spazio alle promesse del Signore. Nascono allora obiezioni, che vengono denunciate come illusioni o peggio ancora, come utopie. L’uomo si rassegna molto presto, e viene istruito ad opporsi a coloro che annunciano vie di salvezza e di cambiamento. Ci si rifugia nei propri ragionamenti e nei propri progetti. E noi?

TARDI

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II domenica di Avvento 2018 – anno C

Esiste oggi un confronto e una ribellione contro Dio, una battaglia organizzata contro Cristo e la sua Chiesa. Si respira avversità, critica e condanna, per non dire indifferenza e disprezzo. Costruiamo e strutturiamo strategie per uccidere Dio, distruggere la dottrina e l’insegnamento secolare della Chiesa. Abbiamo come cristiani delle responsabilità?

VERITA’

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XXXIV^ domenica T.O. - Cristo Re dell’Universo

“Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”. Quante volte le abbiamo sentite queste parole, e forse in qualche occasione anche pronunciate! Perchè questa necessità della verità, quando si vuole cercare e ottenere giustizia? Facciamo un passo indietro.

SCADENZE

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XXXII^ domenica T.O. anno B – 2018

Sono una morsa per le nostre menti, l’ansia del fine mese: le scadenze! Associamo tendenzialmente questa parola, alle scadenze fiscali a breve e a lungo termine, con conseguenze evidenti per umore e salute, se ci troviamo insolventi ai nostri obblighi.

Le scadenze sono anche un avviso per tutelare un consumatore nell’acquisto dei prodotti. Ne va della salute del nostro corpo, in fin dei conti. Quindi sembra una buona prassi, garantire qualità e durata del prodotto che vogliamo assumere.

XXX domenica T.O. anno B – 2018

Che cosa vuoi? Bella domanda!

E’ forse una delle più importanti da porre e da ricevere. Non c’è imposizione, non c’è polemica, non c’è pretesa, ma solo l’opportunità di comprendere, di indagare nelle profondità della nostra vita. Domande simili, sono denominate domande aperte, perché lasciano spazio e tempo per una verifica, per un’analisi dei nostri desideri e dei frutti raccolti.

XXX domenica T.O. anno B – 2018

Che cosa vuoi? Bella domanda!

E’ forse una delle più importanti da porre e da ricevere. Non c’è imposizione, non c’è polemica, non c’è pretesa, ma solo l’opportunità di comprendere, di indagare nelle profondità della nostra vita. Domande simili, sono denominate domande aperte, perché lasciano spazio e tempo per una verifica, per un’analisi dei nostri desideri e dei frutti raccolti.

XXVIII° domenica T.O. anno B – 2018

“Uomo dalle orecchie d’asino”, veniva considerato dai saggi dell’antichità, “pazzo” è stato definito da Gesù chi fa dell’accumulo dei beni lo scopo della propria esistenza (Cf. Lc 12.10).

Famosa è la richiesta del re Mida (nella mitologia antica), che senza riflettere e guidato dalla sua proverbiale stoltezza, chiese che ogni cosa da lui toccata si mutasse in oro e così avvenne, ma da quel momento non fu più in grado né di mangiare né di bere.