XXXII^ domenica T.O. anno C – 2019
“Dio muore nella cristianità!” affermava con dolore Joseph Ratzinger ancora nel 1970. Al cuore della crisi della Chiesa, è la fede stessa, che sembra essere diventata una realtà ingombrante agli occhi degli stessi cristiani. “In questo processo – scrive papa Francesco - la fede ha finito per essere associata al buio”. Fede dunque non più via di speranza, di coraggio, di vita, ma come ostacolo, motivo di scandalo, qualcosa che limita. Terribile!
Domenica XXX^ T.O. anno C – 2019
Con le parole possiamo anche giocare, ma prima di tutto vogliamo comunicare. La grande fatica del loro utilizzo, sta nel fatto che le nostre menti le associano in maniera diversa. “Fariseo”, termine usato spesso nella Sacra Scrittura, vuol dire “separato”. Era il modo per indicare l’impegno di fedeltà alla legge e alla prassi religiosa di alcuni ebrei, per distinguersi da coloro che nulla facevano per diventare santi. La parola “Santo”, significa “separato”… caspita! Separati da coloro che sono chiusi a Dio, cioè da coloro che nel mondo si oppongono alla salvezza proposta da Dio e rivelata da suo figlio Gesù Cristo.
XXVIII^ domenica T.O. anno C – 2019
Quando si sta male si cerca una soluzione, una via d’uscita che offra speranza, una guarigione. E’ un tempo da non sprecare e su cui vigilare. Quando si sta bene, si cerca di prolungare questo momento, con il rischio di trattenere questa gioia, bloccando quel dinamismo che l’ha provocata. Comunque sia, la vita ci suggerisce sempre una cosa: il cambiamento, un’uscita, un andare verso.
XXIII^ domenica T.O. anno C - 2019
Ogni cosa bella costa. Richiede tempo, cura, attenzione, fatica. Ogni cosa bella può essere scelta, ma sappiamo che ogni scelta diventa anche una rinuncia. Ci sono rinunce che ci fanno stare male e rinunce che, pur costando fanno stare bene. E sono quelle compiute nella libertà. Senza libertà non c’è vera scelta e tutto si riveste di frustrazione per orientare all’inedia.
186 – XIX^ domenica T.O. anno C - 2019
Portiamo “pazienza”, ma in verità è molto di più. Quando le relazioni e le scelte fatte rivelano il loro volto imprevisto e faticoso, ci appelliamo a risorse diverse dalla ragione e dalla logica umana. Accade in famiglia, con gli amici e anche con Dio. Cerchiamo amore e senso nella nostra vita, ma lo scegliamo solamente quando sappiamo accogliere chi è diverso da noi, nelle profonde e radicate differenze di atteggiamenti e modi di pensare. Non è pazienza, ma fede!
185_XVI^ domenica T.O. anno C - 2019
“Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un’ombra sono i nostri giorni sulla terra” (1Cronache 29,15). In queste parole del re Davide si coglie la lezione che il popolo di Israele ha assimilato dall’esperienza del deserto: è vissuto in tende per quarant’anni, senza fissa dimora, ha chiesto ospitalità ad altri popoli e spesso gli è stata rifiutata, così ha imparato ad apprezzare l’accoglienza.
XIII^ domenica T.O. anno C – 2019
Negli ultimi secoli sembra che il cristianesimo sia stato ridotto a “dottrina” e a “morale”, in altre parole a buoni principi e a tutti i criteri per osservarli, pena la condanna e la schiavitù. Se in parte è vero che il cristiano riceve dal vangelo, degli insegnamenti e una disciplina di vita, san Paolo ricorda anche: “Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù..Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri”(Gal 5,1.13). La libertà conosce la dottrina, si fa umile e obbediente alla “Parola”, ma ci viene donata prima di tutto per amare. Chi? “Il cristianesimo è Cristo” (cfr. Romano Guardini), la sua persona, che incontriamo nella carità a favore degli uomini. E’ il momento cruciale della nostra vita, quando liberati da questo incontro-esperienza, facciamo della nostra vita un servizio all’uomo.
SS.ma Trinità – 2019
Continua a rimbalzarmi nella mente in questi giorni questa parola: scarti! Tra un rimbalzo e l’altro questa parola resta sospesa in aria, ci lascia spazio per indagare dentro il vuoto, dove non c’è un vero contatto con la terra, ma la parola continua ad esistere tra un punto di appoggio e il successivo.
Ascensione del Signore – Anno C - 2019
In ambito spirituale la parola “gravità” ci rimanda subito al peccato, al rimprovero, all’errore, alla colpa. Ancora oggi questa parola potrebbe essere usata per segnalare prossime calamità a compimento di antiche profezie, o per denunciare un reato, ecc...