TUTTI I SANTI - XXXI DOMENICA
MESSAGGIO
L’era digitale ha cambiato la nostra comunicazione. Ha concesso collegamenti tra le persone impensabili fino a pochi anni fa. Una comunicazione che sta cambiando la gestione delle relazioni, il nostro lavoro, le nostre scuole, i nostri viaggi, la nostra economia, ma che può diventare anche via di impoverimento quando si perde il coraggio di incontrare le persone, di rivelarsi e raccontarsi realmente. Peggio ancora questa via di comunicazione può diventare una “trappola” per i più sprovveduti, per coloro che confondono l’illusione (o virtuale) con la realtà. Di questa tecnologia i giovani ne sono ipnotizzati, gli anziani forse spaventati, legati ancora al “passaparola”. Io stesso ho impiegato del tempo per adattarmi ai nuovi sistemi di comunicazione. L’analisi potrebbe continuare e potremmo fare molte critiche su questi cambiamenti, di fatto è uno spazio nuovo che ha bisogno di direzione, di conversione. Condivido con voi un messaggio che è arrivato sul mio smartphone (o cellulare).
Testo di riferimento: Siracide 16,26;17,12
Mettere in ordine è un’azione che l’uomo compie spesso e in molti ambiti della vita, non solo in quello domestico. Mettere in ordine vuol dire disporre e organizzare le cose secondo un pensiero, una logica e uno scopo. Quando si rimette in ordine una stanza, lo si fa per renderla pulita, confortevole e vivibile.
XXIX domenica T.O. - anno A - 2014
L’uomo non vive da solo, è parte di una società civile e cresce quando riesce a stabilire relazioni di collaborazione con gli altri. Dal bisogno di organizzare la convivenza deriva la necessità di determinare diritti e doveri, di darsi istituzioni, di fissare modi e forme per contribuire al bene comune. Belle parole! In verità tutti sappiamo quanto complicate e fragili siano le nostre relazioni, perché ognuno di noi si pone obiettivi diversi, modi diversi per raggiungerli; c’è chi pretende favori, chi vuole tutto e subito rifiutando un percorso graduale di maturità, chi rivendica privilegi e diritti, chi vede in ogni uomo un rivale e le tensioni sorgono inevitabili.
XXVII domenica T.O. - anno A - 2014
Nell’era della scienza e della tecnica parlare di angeli potrebbe sembrare anacronistico. Problemi sociali e politici richiedono interventi e risposte concrete e non risorse astratte!
XXV domenica T.O. - anno A - 2014
Quando qualcuno mi chiede: “che ora è”, per uno che non porta l’orologio, è sempre un motivo per un sorriso o per qualche strana smorfia. Mi hanno regalato un orologio per il giorno della mia cresima, ma ricordo che dopo aver fatto qualche tentativo per indossarlo e non deludere il mio padrino, ho preso la decisione di regalarlo a mio fratello. Nonostante questo, mi accorgo che sono puntuale e a volte anche troppo in anticipo, non mi piace aspettare né fare aspettare.
Testo di riferimento Siracide 5,1-6,4
Sir 5,1 “Non confidare nelle tue ricchezze e non dire basto a me stesso”.
Il verbo greco che troviamo in questo versetto tradotto con confidare è “epecho” che vuol dire fissarsi, rimanere fermi, stare all’erta, concentrare l’attenzione su qualcosa. Il termine descrive la predisposizione ad attivarsi solo in vista di un determinato oggetto scelto, la volontà di restare fermi su di esso concentrando energie, desideri e sforzi per raggiungerlo, averlo e tenerlo. La leonessa quando caccia fissa ogni attenzione sulla preda, i suoi sensi sono all’erta e si attivano solo al suo rumore e al suo odore, nient’altro esiste e a nient’altro si dedica finché non la cattura. Epecho è simile a questo stato, vuol dire avere un unico focus e agire verso un unico obiettivo.
XXIII domenica T.O. - anno A - 2014
In modo subdolo, quasi impercettibile, come l’insinuarsi di un serpente fra le fessure di una roccia, si fa strada anche fra i cristiani la mentalità di questo mondo che valuta le persone in base al successo che ottengono, alle doti che hanno, alla ricchezza che accumulano. I geni, gli atleti, le personalità eminenti, chiunque dimostra di possedere attitudini particolari è ricercato e ammirato; i deboli, i poveri, gli incapaci, i portatori di handicap appaiono a molti una zavorra, un bagaglio ingombrante, un errore di produzione quasi da scartare.
XX domenica T.O. - anno A - 2014
A Maria il cuore di questa estate.
Maria è ricordata per l’ultima volta nel Nuovo Testamento all’inizio del libro degli Atti: in preghiera, circondata dagli apostoli e dalla prima comunità cristiana (At 1,14). Esce di scena nella storia della salvezza, silenziosa e discreta come vi era entrata, poi di lei non sappiamo più nulla. Non sappiamo dove abbia vissuto gli ultimi anni della sua vita e come abbia lasciato questa terra. I testi apocrifi ( esclusi dalla pubblica lettura liturgica in quanto ritenuti portatori di tradizioni misteriose o esoteriche, e quindi in contraddizione con l'ortodossia cristiana ) della sua probabile permanenza a Gerusalemme sul monte Sion, fino al giorno in cui una schiera di angeli venne a prendere la sua anima. Di fatto in questi testi sono contenuti solo dettagli romanzeschi, ma fin dal I° secolo la sua tomba, nei pressi della grotta del Getsmani è stata ininterrottamente venerata. Nel IV° secolo fu isolata dalle altre e racchiusa in una chiesa.
Testo di riferimento: Siracide 3, 17-24
“Figlio, in mansuetudine il lavoro tu realizza”. La parola che viene tradotta con lavoro è ergon, un temine greco che identifica ogni attività dell’uomo e non solo uno specifico mestiere. Ergon comprende tutte le azioni che un uomo compie, le sue opere, quello che fa, progetta e realizza.