XXXI domenica T.O. anno C - 2016
Quando il vangelo di Luca parla di “vedere”, vuole spesso allargare i nostri orizzonti, vuole portarci più in alto per osservare la realtà in una prospettiva più ampia. “E voltosi, il Signore guardò dentro Pietro, e si ricordò della parola del Signore” (Lc 22,61a). Il Signore cerca, ma mai in modo banale, cerca di vedere dentro, quell’attività tanto difficile per noi uomini. Infatti non è Pietro che si volge a Gesù, ma Gesù che si volge a Pietro. “Guardare dentro” in Luca è detto solo di Gesù. Il suo sguardo è penetrante, diverso da quello degli altri uomini, gli rivela attesa e amore compassionevole. Solo davanti a tale sguardo l’uomo diventa libero, può terminare ogni fuga e nascondimento. Pietro si trova nudo davanti a Dio, nella responsabilità di accettare o meno il suo amore gratuito e senza condizioni.
XXVII domenica T.O. anno C – 2016
“Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non salvi? Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese” (Ab 1,2-3).
XXV domenica T.O. anno C – 2016
Le catene sono sinonimo di schiavitù, di mancanza di libertà, di difficoltà nel movimento. Ma sono anche l’eredità fisica e spirituale che possiamo ricevere e tramandare per generazioni. La mia ipermetropia visiva, per esempio, è una catena del mio albero genealogico, così come la mia fede è il nuovo anello della testimonianza di chi mi ha educato cristianamente.